Audizione bis del pubblico ministero Antonino Nastasi, comparso oggi di nuovo davanti alla commissione parlamentare d’inchiesta sulla morte di David Rossi (il 6 marzo 2013 cadendo dalla finestra del suo ufficio a Rocca Salimbeni, ndr), con toni che a tratti si sono fatti anche accesi, nello scambio di considerazione tra il magistrato e gli onorevoli.
Anche per Nastasi, come per il suo collega Nicola Marini (il magistrato di turno la sera della morte di Rossi), c’è stata una seconda volta a palazzo San Macuto per consentire ai deputati di concludere le domande, dato che non erano state sufficienti le sette ore dell’audizione del 10 febbraio scorso.
“Per me, per le indagini che stavamo facendo (sulla banca Mps ndr) sarebbe stato molto meglio che fosse stato un omicidio e non un suicidio perché ci avrebbe potuto aprire, nell’immediatezza, la possibilità di fare intercettazioni telefoniche e di fare un sacco di cose”, ha detto Nastasi ai commissari. ” Ma per procedere su un’ipotesi di omicidio, devo avere indizi, non mi posso basare sui sospetti. E tutto lasciava intendere che si trattasse di un suicidio. Non sono emerse minacce, non è emerso assolutamente nulla. Anzi, è emerso uno stato di depressione di Rossi che cozza con l’istigazione al suicidio”.
Nastasi in apertura dell’audizione ha chiarito il malinteso che c’era stato alla fine della prima audizione con Luca Migliorino in merito alla sua presenza nei pressi del vicolo di Monte Pio, che il magistrato non ricordava e che il parlamentare invece diceva essere attestata da una foto. Misunderstunding che come lo stesso Migliorino aveva rettificato alla stampa dopo l’audizione. E’ stato dunque ripetuto che Nastasi si fermò in via dei Rossi la sera del 6 marzo 2013, la strada che si vede nella foto non è il vicolo di Monte Pio, ma via dei Rossi, appunto. “Ero di fianco al furgone della Misericordia che alle 23,30 portò via il corpo di Rossi”, ha detto.
Il magistrato ha poi ricostruito di nuovo i momenti dei sopralluoghi nell’ufficio dell’ex capo area comunicazione ed ha risposto a tono, sempre all’onorevole Migliorino, sentendosi attaccato a livello personale . “Questo non è rischiatutto – ha detto Nastasi -. O mi aiuta a comprendere o mi fa domande che possono farmi cadere in errore e poi sono nocive. Io sono qui in veste di persona che ha tutta l’intenzione di collaborare con questa commissione e mi sembra di averlo dimostrato ma mi si deve mettere nelle condizioni di poter collaborare”.
Toni che si sono alzati, diventando un acceso battibecco quando l’onorevole Borghi ha ribadito i dubbi sulla correttezza nello svolgimento delle indagini, sia la sera del primo sopralluogo, sia nei giorni successivi.
Nastasi, la mattina dopo il decesso di Rossi, il 7 marzo 2013, fu colui che si accorse che l’account di Rossi era stata bloccato, ed in merito a questo ha dichiarato che “dai file di log di accesso del computer di David Rossi, che abbiamo chiesto con l’ispezione informatica, risulta che non è stato effettuato nessun accesso al pc in uso a Rossi nè da postazione fissa nè da remoto. La disabilitazione dell’utenza credo sia avvenuta dalla sistemistica per evitare accessi da remoto”.
Questo significa che il pc di Rossi non è stato modificato dopo la sua morte.
La notte del decesso i pm sentirono Stefano Pieri, il responsabile dei sistemisti di banca Mps, sul riscontrodi quattro tentativi di accesso al pc. “Quei quattro eventi – ha ribadito Nastasi ai commissari leggendo i verbali – sono dovuti a meccanismi di riattivazione esterni di mouse o tastiera, tutti debitamente riscontrati”.