La medaglia di civica riconoscenza a Emilio Frati, maestro senese del marmo che ha fatto rinascere il Duomo

L'artista sarà omaggiato stamattina con la consegna della medaglia di civica riconoscenza: per 32 anni ha lavorato al restauro del pavimento del Duomo

Di Redazione | 15 Agosto 2024 alle 10:45

Un momento speciale questa mattina per Emilio Frati, 89 anni, maestro senese del marmo e restauratore, colui che ha reso possibile il recupero del meraviglioso pavimento della Cattedrale di Siena. L’artista sarà infatti celebrato dalla città del Palio con la consegna della medaglia di civica riconoscenza, al Teatro dei Rinnovati. 

“Voglio ringraziare la Contrada della Lupa che mi ha aiutato ad avere il premio” ha detto intervistato da Siena Tv, per Piazza con Vista. Frati nasce a Siena il 27 Novembre del 1934 e, dopo la guerra, si trasferisce a Carrara per seguire i corsi della locale Accademia di lavorazione del marmo e della scultura. Dopo un periodo di “gavetta sottopagata” vince il concorso all’Opificio delle Pietre dure di Firenze grazie alla sua maestria nell’incisione del marmo, e alla sua conoscenza di Donatello e le sue opere.

“Da giovane, negli anni settanta ho imparato alla scuola di Carrara restauri, sculture, mosaici, tarsie, e sono stato il primo senese a lavorare all’Opificio delle Pietre Dure di Firenze” racconta ancora. Agli inizi degli anni settanta il professor Enzo Carli, già Soprintendente alle Belle Arti di Siena, passa a dirigere l’Opera del Duomo e vuole l’esperto Emilio per il restauro delle tarsie del nostro Duomo e per tutto quello che riguarda la maestosa architettura marmorea. Occorre l’intervento del Ministro dei Beni Culturali per strappare Emilio Frati all’Opificio. Da questo momento Emilio diviene dipendente della Soprintendenza di Siena, dedicandosi al restauro e alla conservazione dei beni della città e della provincia. Inizierà così il restauro dei pavimenti e delle parti marmoree del Duomo, dedicandosi alla ricerca dei materiali idonei anche durante i giorni di festa, mosso dalla sua passione sconfinata.

“Mi volle Enzo Carli, per scoprire il pavimento del Duomo, era in condizioni disastrose, ma l’Opificio non mi dava il permesso, e allora Carli andò dal ministero per avere l’autorizzazione” ripercorre il maestro. “Per 32 anni sono stato in ginocchio sul pavimento del Duomo, ho trovato un disastro – è ancora il ricordo – era tutto frantumato, non riconoscevamo le figure per via della polvere e della patina, mi sono impegnato col restauro, cercando il marmo nelle cave”.

La sua fama oltrepassa facilmente i confini di Siena e viene chiamato dai Musei Vaticani, dividendo così la sua vita tra Siena e Roma, due città accomunate dalla Lupa che Emilio si porta nel cuore da sempre. Tra i molteplici lavori svolti da Emilio possiamo ricordare l’orologio della Torre di Montepulciano, gli interventi svolti nel sito Unesco di Pienza e le opere marmoree presenti in molte sedi delle nostre Contrade. Emilio Frati, con la sua opera benemerita, ha contribuito ad accrescere il buon nome di Siena e delle sue tradizioni.

 

 



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